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ERRI DE LUCA: non chiamiamoli clandestini, ma ospiti 

Roberto Pacilio ANSA
Pubblicato il 30-01-2019

Le emigrazioni hanno più forza e ragioni di chi s'illude di negarle

Cosa sta accadendo alla nostra Italia, alla nostra società? Come è possibile dimenticare i nostri nonni, i nostri genitori partiti con la valigia di cartone per l’America per un futuro migliore?

Grazie del titolo di professore, ma non l'ho guadagnato e non mi spetta. Quello che mi insegna la nostra emigrazione è che malgrado tutti gli sforzi di respingimento, di odio razziale arrivato fino al linciaggio di Italiani in certi Stati USA, i nostri hanno attecchito come buone piante e hanno dato frutti non solo per se stessi, ma per la comunità che li ha assorbiti. Uso il verbo assorbire e non accogliere, perché quando avviene l'assorbimento dimostra prima di tutto il vantaggio per il territorio di arrivo. 

Sarebbe utile leggere i giornali dell'epoca che ci discriminavano e ci volevano rispedire indietro, per capire la vanità di queste avversioni, la loro perfetta inutilità. Le emigrazioni hanno più forza e più ragioni di chi s'illude di negarle.

Questo nostro tempo di passaggio dimostra anche che la storia, maiuscola o minuscola, non insegna niente. E' solo una buona materia narrativa. Oggi manca anche questa, la narrazione.

Perché madri di famiglia davanti a bambini in mare girano lo sguardo dall’altra parte?

Perché li vedono alla televisione. La parola spiega tutto: visione da lontano. Quando li vedono da vicino, la reazione cambia. La televisione con le sue immagini ossessive e poche parole aggiunte ha logorato la soglia di sensibilità. Poi c'è anche la questione della povertà che in Italia è nascosta e sentita come una vergogna, una lebbra da coprire. Poi irrita la quota di diritti che spettano ai rifugiati, perché spesso questi benedetti diritti vengono meno e scarseggiano nelle fasce ridotte in povertà. 

Stiamo diventando disumani?

Siamo passati da vent'anni di istigazione all'arricchimento, ammesso anche per via illegale (il primo atto di quel governo dell'arrembaggio fu la depenalizzazione del falso in bilancio per le aziende) a un impoverimento di potere di acquisto. L'immigrazione ha sgomentato anche a causa di norme che hanno costretto tanti richiedenti asilo a starsene con le mani in mano in attesa, costretti a essere inutili a loro e a noi. 

Non chiamo governo un'accozzaglia inventata dopo le elezioni tra due partiti che si sono presentati su fronti e programmi opposti. Tra loro si svolge una competizione continua, tenuta insieme dall'opportunismo di una maggioranza numerica, non politica. Non la immagino durare oltre le elezioni Europee, dove comunque si presentano ognuno per suo conto, senza condividere una battuta.


Se potesse incontrare il Ministro dell’Interno Salvini cosa gli direbbe? 


Se potessi incontrarlo, disdirei subito l'appuntamento per evidente malinteso.


Una volta i giovani delle università, delle scuole, i semplici cittadini esprimevano il loro dissenso con manifestazioni pacifiche contro prese di posizione dei Governi. Ad oggi nessun intervento. Stiamo diventando tutti INACCOGLIENTI? 

Siamo un paese a maggioranza schiacciante di anziani e in via di evasione: più di cinque milioni di concittadini sono iscritti al registro dei residenti all'estero, più quelli che non sentono il bisogno di iscriversi pur abitando e lavorando oltre i confini. I giovani sono una minoranza numerica e risentono di una sudditanza nei confronti di adulti e anziani, dipendendo spesso materialmente da loro. Siamo un paese ripiegato su sé stesso, ingobbito. A questo quadro tetro fa da contrappeso il più diffuso e generoso volontariato del mondo. Siamo un paese di donatori di tempo e competenze, e credo che la vera economia di questo paese, non conteggiabile da nessun PIL, sia l'economia del dono.

Quanto incide sul senso comune italiano il coinvolgimento di migranti, stranieri in fatti di cronaca nera e droga? 

Numericamente poco, i dati del Ministero degli Interni segnalano flessione nei reati, ma conta il fenomeno percepito, che viene ingigantito. Questo disturbo della percezione non viene corretto, anzi sfruttato per istigare timori infondati, avversioni, diffidenze che producono confusi, emotivi consensi elettorali. Ma appunto il consenso è poco fondato e può dirottarsi velocemente. Non siamo costanti neanche nelle paure.

La gestione dell’accoglienza poteva esser fatta diversamente? 

Peggio di com'è oggi, con la chiusura degli SPRAR e decine di migliaia di di ospiti buttati in strada, è chiaro che si può fare di meglio e di più utile alla nostra comunità, investendo risorse anche europee nell'assunzione di personale dedicato alla integrazione, come bene fa la Germania e con numeri assai più consistenti dei nostri.


Prima gli albanesi, poi gli zingari e i rumeni. Ora i nuovi migranti. Perché abbiamo sempre bisogno di individuare un nemico da “sconfiggere”? Abbiamo la sensazione che la gente non cerchi la pace e la serenità ma un “colpevole” che possa risolvere/spiegare i nostri malumori, i nostri fallimenti. Cosa ne pensa? 


Si cerca il debole da sottomettere e sfruttare, più che un nemico. Albanesi, Polacchi, Rumeni, Ucraini, Moldavi sono oggi la maggioranza dell'immigrazione in Italia, ma si dà addosso all'Africano, anche se magari viene dall'Afganistan. E' una vigliaccheria ricorrente che stavolta è favorita dal potere in carica.


Se potesse svegliare, con un gesto, le coscienze cosa farebbe? 

Non credo negli appelli, credo negli esempi. Segnalare pubblicamente figure che si distinguono per l'opera di solidarietà rivolta sia a Italiani che a Ospiti. Abolire dal linguaggio la parola clandestino che non esiste nella Scrittura Sacra. Ospiti, questa è la definizione che ho sentito pronunciare sulla Nave Prudence di Medici Senza Frontiere per le persone raccolte sul baratro del mare. Ospiti: faccio lo scrittore e uso questa mia condizione per promuovere un vocabolario che sia prima di tutto preciso.


800 anni fa San Francesco incontrò il Sultano d’Egitto Melik el Kamil. Per il Santo il dialogo era l’unica strada per ritrovare la pace. Può essere ancora attuale quell’incontro? 

L'Islam è lacerato al suo interno. Oggi il dialogo con l'Islam è ancora più prezioso da parte nostra perché aiuta la sua parte migliore.

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